Il mattino del giorno seguente Simon s'imbarcò su di un battello. In serata approdava ad un isolotto del fiordo. Pernottò sulla tolda della nave, infagottato dentro un sacco di pelle con sopra un cumulo di coperte. Guardava il cielo. Ad ogni movimento dell'imbarcazione sulle onde dolci e lunghe le stelle sembravano affiorare sullo specchio luminoso del cielo e poi tuffarvisi. L'acqua gorgogliava sotto la chiglia; di tanto in tanto dei lastroni di ghiaccio venivano a frangersi contro i fianchi del battello. Una sensazione ineffabile di benessere s'impadronì di lui, a star così, immobile, col freddo che lo penetrava pian piano fino alle ossa. Una quiete piena era tutt'intorno. L'animo suo si abbandonò ad essa (Kristin figlia di Lavrans).